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Storia

San Tomaso Apostolo

San Tommaso compare in alcuni brani del Vangelo secondo Giovanni. In questo vangelo subito dopo la morte di Lazzaro, i discepoli si oppongono alla decisione di Gesù di tornare in Giudea, dove gli Ebrei avevano precedentemente tentato di lapidarlo, ma questi è determinato, e Tommaso dice: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Tommaso prende la parola anche durante l'ultima cena. Gesù rassicura i discepoli, che sanno cosa sta per fare, ma Tommaso protesta dicendo che non ne sanno niente, al che

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Fig. 1 Incredulità di san Tommaso - Guercino

Gesù risponde a lui e a Filippo esponendo nel dettaglio i suoi rapporti con il Padre. L'episodio maggiormente noto del Nuovo Testamento che coinvolge Tommaso è quello contenuto in Giovanni 20,24-29 ed è noto come "l'incredulità di Tommaso" (fig. 1). Tommaso, che dubitava della risurrezione di Gesù, incontra il Signore risorto. Rivolgendosi a lui, Gesù dice:«"Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!" Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!" Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che non videro e tuttavia credettero!

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Il toponimo deriva dal latino fagetum, ovvero "faggeto". In epoca romana e medievale, infatti, la zona si caratterizzava per la presenza di boschi.

La prima citazione del paese è in un documento del 1314 che elenca i quartieri e le città del distretto di Treviso e tra le “Regole” della “Plebs de Opitergio” è citata anche la nostra Faedo. Vi sono molte incertezze sull’epoca di fondazione della parrocchia e sulla costruzione delle prime chiese, poiché i documenti trovati sono in contrasto tra loro sulla precisa dicitura della nostra parrocchia nei secoli. Un’antica bolla, risalente al 1486, afferma che la chiesa era affidata ad un rettore, Paolo Jomena di Driasto, che subentrò al rinunciatario Alvise De Arecio (da Arezzo), offrendoci così la notizia che già prima della suddetta data vi era in Faedo un cappellano residente. Nel 1543 era già in costruzione la seconda chiesa, che verrà ripetutamente restaurata in particolare durante il XIX con il prolungamento della facciata e del coro e la realizzazione del pavimento in pietra. La chiesa venne consacrata l'8 settembre 1846 dal vescovo di Ceneda Mons. Manfredo Bellati ed oggi è dismessa. Nella seconda metà degli anni ‘40 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova chiesa, adiacente a quella antica, azione che costò l’indebolimento della struttura del campanile, che crollò nel gennaio del 1977 a seguito del terremoto nel maggio 1976.

All'interno della nuova chiesa parrocchiale è conservato un tabernacolo in marmo di Carrara del 1700, opera del maestro veneziano Paolo Rusteghello, che originariamente si trovava nella chiesa antica. Si tratta di un'opera di tale pregio che, si dice, fu richiesto per la cattedrale di Ceneda.

Le campane sono state conservate e sono risalenti al 1924, quelle preesistenti, risalenti al '600, furono fuse per la Grande Guerra

La parrocchia di Fae' all'interno della canonica, ha un registro parrocchiale che parte dal XVII sec., seguendo le disposizioni del Concilio di Trento. Fatta eccezione di alcune lacune,  l'archivio è pressoché  completo e comprende gli atti di nascita, di morte e dei sacramenti della parrocchia.

Fae' e la sua storia

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