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Festa della Madonna Candelora a Faè

[1]. La festa della Purificazione di Maria (Teotoca) si basa sul passo del Vangelo di Luca (2, 22-24) che riporta come, secondo l’antica legge di Mosè, ogni primogenito (“sacro al Signore”) dovesse venire presentato al tempio per il rito della circoncisione dopo che per i genitori era trascorso il canonico “tempo della loro purificazione” di quaranta giorni. La festa liturgica venne prima proposta dall’imperatore Giustiniano I (482-565), poi istituita da papa Sergio I (687-701), costituendola come celebrazione e processione penitenziale in sostituzione dei lupercalia pagani. La celebrazione comprende il rito della benedizione dei ceri (çeriola), ispirato alle parole di Simeone di Gerusalemme (“uomo giusto e timorato di Dio”), che al tempio prese Gesù tra le braccia e lo riconobbe “luce per illuminare le genti” [Luca (2, 32)]. La fiammella delle candele rituali (candelorum) offerte alla Madonna (“con il manto trapunto di stelle”, ossia reggitrice dell’intelligenza cosmica) simboleggiano il primo calore (o “febbre”, da cui “febbraio”) che si accende nel cuore della terra per purificarla e renderla fertile.

[2]. Il primo capitello di Faè dedicato alla Purificazione di Maria è stato costruito e inaugurato nel 1947 (come voto di ringraziamento per la cessazione della guerra) nella biórca tra le vie Postioma e Fraine, sul sedime di un più antico capitello dedicato alla Madonna della Salute (festeggiata il 21 novembre), meta di “pubbliche processioni” 1 (rogazioni) per far cessare le tempeste. L’attuale campana risale a una donazione fatta ancora agli inizi del Novecento da Antonia Da Giau, devota moglie di Antonio Dal Benedetti Folador, originaria da Valle di Cadore. Il culto della Candelora veniva comunque onorato nella chiesa di San Tommaso da tempi immemorabili, come testimonia la richiesta fatta il 13 maggio 1857 da Angelo Caldo e Antonio Girardi, “seniori possidenti e fabbricieri della chiesa parrocchiale di Faè”, al novello parroco don Giuseppe Fioretti (1820-96), a cui rammentano l’obbligo “di dispensare candelle il giorno della Purificazione della B.V. n° 15 […] per antichissima consuetudine”. Nel periodo in cui fu parroco don Leonardo Generali (1912-20) l’acquisto delle candele della festa della Purificazione era “in ragione della metà, assumendosi l’altra metà la Fabbriceria di Faè” 2 . All’epoca le candele venivano fornite dalla cereria a vapore Sagramora di Treviso, fondata nel 1769 da Elisabetta Morandi e retta in quel periodo da Vitale Pellegrini, che le spediva a mezzo corriera con fermata “da Serafin a Rustigné” 3 .


1 GUGLIELMO BUTTIGNOL, Cronistoria della Parrocchia di Faè di Oderzo (vol. I), ms., Faè (TV) 1949, p. 40.

2 AP Faè, Fondo Fabbriceria, Conti Consuntivi (1921-27), b. 11, “Lettera di don Leonardo Generali”, Motta

30/01/1924.

3 AP Faè, Fondo Fabbriceria, Conti Consuntivi (1921-27), b. 11.


A cura di Giuliano Ros


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Foto della prima processione per l'inaugurazione del capitello nel 1947. Si nota l'antica chiesa di San Tomaso nelle sue fattezze originali, risalenti al XV secolo.


Pagina del "Missale Tridentinum", festa della Purificazione della B. M . V.

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