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Anno 423° di erezione della parrocchia

Dopo la rinuncia alla cura delle anime del rettore Gian Federico Fedrici, il 27 settembre 1566, restò interrotta la serie dei parroci di Fae’. Il comun di Fae’ si oppose a questa decisione, obbligando il Fedrici a dare motivazioni più precise riguardo il gesto; questa resistenza lo fece ricorrere alla Nunziatura Apostolica, la quale deputò la cura a Don Paolo Battista di Oderzo, affinché la chiesa non restasse senza ufficiature. “[…] ne Ecclesia Faedi patiatur in Divinis ex suo mero ufficio, et auctoritate legationis suae, deputavit Dominum Presbiterum Paolum Battistam Clericum Cent. Diaec. ad celebrandum et curam animarum exercendum Parrocchianis ipsius Ecclesiae donec […]” (nota 1)


La situazione rimase costante fino al 16 dicembre 1599, quando una commissione di tre uomini di Fae’, in qualità di procuratori della comunità, si portò a Ceneda presso il Rev.mo Mons. Lunardo Mocenigo Vescovo con la supplica che la loro Chiesa fosse eretta in Parrocchiale, impegnandosi di versare una tassa pari a 10 sacchi di frumento. Il vescovo concesse la richiesta e il giorno stesso fu stipulato l’atto solenne della nuova erezione. Il giorno dopo, 17 dicembre 1599, venne nominato ufficialmente Don Antonio Artico di Navolè, che prese possesso della parrocchia il 21 Dicembre 1599, solennità del titolare S. Tomaso. In questo giorno, come da antica consuetudine, il parroco era tenuto ad invitare altri due sacerdoti “pel decoro della funzione”.


(nota 1) Documento di erezione tratto dall'Archivio Parrocchiale di Faè,


Particolare del documento di erezione della chiesa in Parrocchiale, datato 16 dicembre 1599


Federico Battistiol




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