Sabato 3 luglio - Patrono della nostra parrocchia San Tomaso Apostolo
Durante la messa delle 19.00 verranno esposte le sacre reliquie del nostro Patrono San Tomaso.
Di seguito la sua storia.
Thōmâs († 72 d.C.), Apostolo di Gesù nato in Galilea. Il nome deriva dall’aramaico “to’mā”, che significa “gemello” (in greco: “dídymos”). Oltre all’episodio dell’Incredulità (Gv. 20, 24-29) 1 , nei Vangeli canonici sono riportati altri due suoi interventi: prima della Resurrezione di Lazzaro (Gv. 11, 14-16) 2 e durante l’Ultima Cena (Gv. 14, 5-7) 3. Dopo aver fatto tappa a Ninive in Assiria (attuale Nīnawā in Kurdistan), ove si trova la più antica chiesa intitolata a lui, evangelizzò la Siria, la Persia e l’India (52 d.C.), convertendo gli abitanti di Aden (M. Polo) e subendo il martirio a Calamida [attuale Mylapore] nella regione di Maabar [Coromandel] (72 d.C.) da parte degli idolatri gavi (paria). Fu sepolto a Édessa [attuale Urfa], antica capitale della Osroene (in Mesopotamia), ma nel XIII secolo le sue spoglie furono portate in salvo a Ortona (Abruzzo). Prima delle disposizioni del Concilio Vaticano II (1965) la festività cadeva il 21 dicembre.
Gli sono stati attribuiti tre scritti apocrifi (Apocalisse, Atti e Vangelo) di ispirazione gnostica.
Nell’iconografia viene rappresentato col libro (fino al sec. XIII), con la lancia (strumento del suo martirio), con la squadra d’architetto (in memoria del palazzo che, secondo la leggenda di Jacopo da Varazze, doveva costruire in I
ndia per il re Gondoforo) o semplicemente con il dito alzato nell’atto di provare a toccare come nella Ultima Cena dipinta da Giovanni di Francia nella chiesa di San Giorgio a San Zorzi di S. Polo.
Nella diocesi di Ceneda è patrono di tre parrocchiali (Faè, Col e Caneva) e di tre cappelle (Follina, Ronchena e Zottier). Protagonista di miracoli e apparizioni post-mortem (come al ricco barone, che nel 1288 aveva fatto empiere di riso tutte le chiese della provincia di Madras in India), Tommaso è invocato per la guarigione dei Cristiani che Contraggono la lebbra (M. Polo). Dal repertorio dei proverbi veneti proviene l’avvertimento che “da San Tomìo [21 dicembre] le dornàde le torna indrìo”.
Testo a cura di Giuliano Ros
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