Il primo capitello di Faè dedicato alla Purificazione di Maria è stato costruito e
inaugurato nel 1947 (come voto di ringraziamento per la cessazione della guerra) nella
biórca tra le vie Postioma e Fraine, sul sedime di un più antico capitello dedicato alla
Madonna della Salute (festeggiata il 21 novembre) costruito (o restaurato?) all’inizio del
Novecento per far cessare le tempeste. L’attuale campana è frutto della donazione fatta a
questo primo capitello da Antonia Da Giau (originaria di Valle di Cadore), moglie di Antonio
Dal Ben detti Folador da Faè. Il culto della Candelora veniva comunque onorato nella
chiesa di San Tommaso da tempi immemorabili, come testimonia la richiesta fatta il 13
maggio 1857 da Angelo Caldo e Antonio Girardi, “seniori possidenti e fabbricieri della
chiesa parrocchiale di Faè”, al novello parroco don Giuseppe Fioretti (1820-96), a cui
rammentano l’obbligo “di dispensare candelle il giorno della Purificazione della B.V. n° 15
[…] per antichissima consuetudine”. Nel periodo in cui fu parroco don Leonardo Generali
(1912-20) l’acquisto delle candele della festa della Purificazione era “in ragione della metà,
assumendosi l’altra metà la Fabbriceria di Faè” [Archivio Parrocchiale di Faè] 1 . All’epoca
le candele venivano fornite dalla cereria a vapore Sagramora di Treviso, fondata nel 1769
da Elisabetta Morandi e retta in quel periodo da Vitale Pellegrini, che le spediva a mezzo
corriera con fermata “da Serafin a Rustigné” [Archivio Parrocchiale di Faè] 2 .
Giuliano Ros
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